FIRB 2010: Il paesaggio di una grndestrada romana
FIRB 2010: Il paesaggio di una grndestrada romana
Il sito archeologico della Via Appia Antica é interessato da una elevata pericolosità geologica connessa a processi attivi di rockfall (caduta massi) dai versanti carbonatici che delimitano l'antico tracciato viario, in particolare nel tratto che superato il Forte di Sant'Andrea si inerpica verso Itri (Fig.1). Sono stati censiti più di 80 massi caduti, caratterizzati da un volume compreso tra 0.5 e 1.5 m³ (Figg.2a,b), mentre l'analisi strutturale in parete ha evidenziato blocchi rocciosi potenzialmente instabili con volumi fino a 3.32 m³.
I processi di instabilità gravitativa sono stati simulati attraverso un modello di tipo stocastico utilizzando i software Rotomap® e RotoMap GIs ®. Le condizioni iniziali del moto (free-fall) erano vincolate alle caratteristiche geomorfologiche (altezza, lunghezza) delle scarpate. La propagazione dei proietti carbonatici lungo il versante é stata modellata adottando valori di riferimento per parametri dinamici quali i coefficienti di restituzione elastica normali e tangenziali (Kn e Kt) in fase di rimbalzo e il coefficiente di attrito dinamico (Φd) nelle fasi di scivolamento/rotolamento. La calibrazione dei parametri é avvenuta tramite un procedimento di tipo "back-analysis" dei risultati della modellazione, vincolato al censimento originario dei massi lungo l'asse viario.
I risultati della modellazione, che riproduce inizialmente il movimento di un masso adimensionale ("lumped mass"), hanno indicato la distribuzione probabilistica delle possibili traiettorie (Fig.3), i punti di arresto dei massi, la distribuzione delle energie cinetiche specifiche (Fig.4a) e delle altezze paraboliche (Fig.4b) raggiunte lungo il versante per blocchi in caduta libera da pareti di elevazione di 4, 6e 10 metri.
Definendo le dimensioni volumetriche di diversi "massi di progetto", é stato realizzato un modello di mitigazione del rischio attraverso il dimensionamento, in termini di energia di impatto, e il posizionamento di barriere paramassi, in grado di resistere a differenti energie di impatto, variabili tra i 2000 e i 3000 kJ, considerando blocchi di progetto sia di 1.56 che 3.32 m³ (Fig.5).