FIRB 2010: Il paesaggio di una grndestrada romana
FIRB 2010: Il paesaggio di una grndestrada romana
"Percorrere la Via Appia vuol dire tuffarsi nella storia dei millenni: la sua fama, infatti, ha permesso che non pochi dei monumenti che la costituivano e che l'ornavano si salvassero nel corso del tempo dalla distruzione, così che ancora oggi si presenta come un monumento unico, che corre dall'uno all'altro mare della Penisola". (L. QUILICI)
"La Via Appia è stata nell'antichità non solo la più importante strada per il Mezzogiorno d'Italia, ma anche il tramite principale di tutti i traffici che legavano Roma all'Africa, alla Grecia e al vicino Oriente: ciò negli otto secoli durante i quali Roma è stata il centro di tutto il mondo antico e nei quali quelle regioni hanno rappresentato la parte più ricca e civile del Mediterraneo. Per questo la strada, nei suoi collegamenti, fu sempre seguita con particolare cura da parte delle autorità e godette delle attenzioni speciali degli imperatori fino al tardo e tardissimo Impero, per cui fu chiamata nobilis, celeberrima, regina viarum: regina delle strade appunto, modello insuperato di tutte le vie che da Roma si dipartivano per raggiungere le più lontane regioni del mondo conosciuto. Fin dal momento in cui fu creata, la via rappresentò anche una straordinaria conquista di tecnica e di ingegneria, realizzando l'affermazione di un disegno razionale anche a costo di estremi sacrifici, al di sopra delle avversità naturali che non sono riuscite ad impedirne l'attuazione. La via percorreva la Penisola centro-meridionale per l'intera sua lunghezza, collegando il mare Tirreno all'Adriatico e attraversando il Lazio antico, la Campania, il Sannio, la Puglia, fino a Brindisi". (L. QUILICI)